Ai ricchi appartiene anche il regno dei cieli
Nota della redazione
Il 17 maggio Spiegel-online ha dato notizia che i fondi del patto di crescita, stabilito dall‘ UE per i paesi sudeuropei colpiti dalla crisi, nella fase di pilotaggio – in cui vengono messi a disposizione 4,5 Mrd. di Euro – verranno utilizzati in primo luogo dai paesi dell‘ Europa centrale e settentrionale. Cosi pare abbia deciso la Banca Europea degli Investimenti (BEI) che è responsabile per l‘ erogazione dei fondi. La BEI, il cui presidente è il politico del Partito Liberale tedesco (FDP) Werner Hoyer, giustifica questa decisione „con la necessità di testare i nuovi strumenti finanziari su mercati stabili“. E cita una serie di progetti che i fondi permetterebbero di relizzare: parchi di energia eolica in Gran Bretagna e Olanda, costruzione di autostrade in Belgio, Gran Bretagna e Germania. Per esempio la realizzazione del tratto Amburgo – Neumünster dell‘ autostrada A7.
Con riferimento a questa notizia la redazione del nostro blog ha ricevuto il seguente commento di un „tavolo fisso“ tedesco (deutscher Stammtisch)*, che evidentemente dispone di qualche conoscenza economica di base. Lo rimettiamo al giudizio dei nostri lettori e delle nostre lettrici.
Sono anni che i paesi del Sudeuropa ci rompono le scatole con la richiesta di un patto per la crescita, con cui vogliono controbilanciare l‘ austerità e da cui si ripromettono miracoli, per es. occupazione per i loro giovani. Ma adesso, sentendo che i soldi sbarcano non da loro, ma da noi, sono rimasti a bocca aperta! Purtroppo quel mollaccione del presidente UE, Van Rompuy, gli aveva prima fatto credere che i fondi – almeno 120 miliardi di Euro – sarebbero andati prima di tutto „ai paesi più deboli“. Che cretinata! Per fortuna il nostro Werner Hoyer della BEI ha rimesso le cose nella carreggiata giusta, precisando: almeno la prima rata andrà non ai paesi più deboli, ma a quelli „più stabili“. Cosa del resto logica, perchè lì perlomeno sanno come farne uso, al contrario di quei morti di fame che producono solo fallimenti. É‘ il successo che va premiato, e non l‘ incompetenza. Lo richiede la ragionevolezza economica.
Ma un problema c‘ è ancora: perchè assegnare i fondi ai paesi del Nord solo nella fase di pilotaggio? Invece di darglieli tutti? Quello che vale per i primi 4,5, vale anche per tutti i 120 miliardi: solo dove c‘ è stabilità, esiste anche la garanzia di una politica economica solida. Per questo la cosa migliore sarebbe un governo economico europeo, che metta insieme denaro europeo e efficienza tedesca. Così, finalmente, si potrebbero fare le cose alla grande: perchè per esempio non vendere la Cappella Sistina ad un magnate russo, e con il ricavato fare una nuova autostrada in Germania? Con un po‘ di fantasia è pensabile questo ed altro.
Predica della montagna e razionalità economica
Anche il problema della disoccupazione giovanile, su cui i paesi sudeuropei sono tanto fissati, si potrebbe risolvere. Invece di vegetare nelle cadenti scuole e università italiane, imparando cose inutili, i giovani italiani dovrebbero semplicemente darsi una mossa e attraversare le Alpi. Per lavorare qui da noi, dove c‘ è stabilità. In qualche solida azienda, costruendo qualche solida autostrada. Anche se naturalmente con salari un po‘ più bassi dei nostri, perchè per loro sarebbe già tanto trovare almeno un lavoro. Tutto sarebbe in linea con il patto per la crescita, visto che anche così l‘ Europa cresce. E finalmente si finirebbe di costruire il tratto di autrostrada Amburgo-Neumünster.
Se Gesù tenesse oggi la sua predica della montagna vi apporterebbe, sicuramente, qualche piccola modifica. Probabilmente oggi direbbe: „Beati i ricchi, perchè di loro è non solo la terra, ma anche il regno dei cieli!“. Da noi, il detto popolare esprime lo stesso concetto così: il diavolo caca sempre sul mucchio più grosso. Considerazione esatta, a cui si dovrebbe aggiungere solo il riconoscere che, proprio questa, è razionalità economica. Gesù di Nazareth di questo non era ancora pienamente cosciente, del resto ha vissuto 2000 anni fa. E all‘ epoca non poteva disporre di una consulente finanziario competente come Werner Hoyer.
* Lo „Stammtisch“ è un‘ „istituzione“ tedesca: i clienti abituali di un locale si riuniscono regolarmente ad un tavolo fisso, riservato a loro, per stare insieme, giocare a carte e discutere di politica (corrisponde un po‘ al „bar dello sport“ in Italia)